Chiesa e Arco dell’Annunziata
La Chiesa dell’Annunziata, le cui notizie storiche certe risalgono al XVI secolo, si presenta in un elegante veste architettonica di stile barocco, assunta dopo i lavori di riparazione e ricostruzione realizzati a seguito del terremoto del 29 novembre 1732. Questi lavori si conclusero nell’anno 1742, così come riportato dalla data incisa sull’architrave del portale d’ingresso.
All’interno sono degni di nota sia il settecentesco gruppo in legno scolpito della Vergine e dell’Angelo Annunziante, opera di Pietro Nittoli, valente sculture lionese vissuto, sia la statua di Sant’ Anna, patrona delle partorienti. Interessante è pure l’altare maggiore (anche se, purtroppo, depauperato di alcuni elementi marmorei a seguito di un furto avvenuto agli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso), gli stalli laccati e dipinti della Confraternita dei Morti e quelli in noce del Coro retrostante l’altare principale. La torre campanaria, con il suo caratteristico orologio, perfettamente ricostruito dopo sisma dell’80, scandisce, da oltre un secolo, il tempo con i suoi rintocchi.
Corso Umberto I
Il prospicente Arco in muratura, che scavalca il Corso Umberto I (così denominato dopo l’assassinio del Sovrano di Casa Savoia avvenuto a Monza il 29 luglio 1900), è in realtà la porta principale di ingresso al paese, ricavata nella cinta muraria di epoca medievale. Fino al terremoto del 1732 tutti i paesi avevano delle cinte murarie e queste servivano per creare uno spazio protetto per la cittadinanza. La cinta muraria di Lioni partiva da Corso Umberto I, saliva per via De Maio, proseguiva per Piazza Vittorio Emanuele III, via Teodoro Capocci e tornava, tramite la piazzetta della “Fornatella “ (oggi Piazza XXV luglio), al Corso Umberto I. Sotto quest’Arco il 30 ottobre 1774 San Rocco venne proclamato Patrono di Lioni. Oggi è un luogo di buon auspicio per gli sposi che, dopo la celebrazione delle nozze, usano passarvi al di sotto (va precisato che gli sposi e il corteo nuziale devono passare sotto l’arco dopo la celebrazione del matrimonio e rigorosamente “a scendere”, cioè dalla parte interna verso la piazza, perché solo il corteo funebre vi passa “a salire”!)
Un altro dato interessante della zona di Corso Umberto I è l’antico “Lavenaro”: praticamente era un canale a cielo aperto, che partiva dall’attuale Via Cesare Battisti, tagliava lo stesso Corso Umberto I e proseguiva verso la zona della Stazione. Di fatto, poichè le fogne non esistevano, fungeva da scolo fognario. Lungo lo lavenaro nel XVI secolo si insediarono gruppi di Albanesi, fuggiti dallo loro patria per scampare alla dominazione turca. Si tenga presente che a tutt’oggi il cognome “Albanese” è il quarto cognome più diffuso nel paese e non a caso proprio parallela a lo lavenaro si trova “Via degli Albanesi”.